Cause di lavoro
Per un lavoratore dipendente ( o subordinato ) ci sono diversi motivi per fare causa al proprio datore di lavoro. Il motivo forse più grave , e purtroppo anche abbastanza frequente, è sicuramente il licenziamento illegittimo. Altrettanto importante e frequente è il mancato inquadramento nell'azienda del lavoratore dipendente al quale non viene riconosciuto un regolare contratto né versati i dovuti contributi previdenziali ( c.d. " lavoro a nero "). Poi ci sono i motivi inerenti l'aspetto economico del rapporto di lavoro: mancato pagamento dello stipendio, dello "straordinario" , delle ferie, delle festività non godute, del T.F.R. ecc. .
Si aggiungono poi anche i comportamenti illegittimi del datore di lavoro nei confronti del proprio dipendente, come possono essere il "mobbing", il mancato versamento dei contributi, le richieste eccessive di disponibilità a fare gli straordinari o a lavorare nei giorni in cui è previsto il riposo ecc. .
Prima di procedere giudizialmente il lavoratore può tentare una conciliazione con il proprio datore di lavoro o innanzi alla Direzione Territoriale del Lavoro( DTL) oppure innanzi ad una sede sindacale ( come precisato nell'apposita sezione). Tale tentativo è facoltativo e non obbligatorio .
Se si decide di fare causa al datore di lavoro bisogna farsi assistere da un avvocato che , preliminarmente, inoltrerà una lettera di diffida al datore di lavoro contestandogli le sue inadempienze con l'invito a provvedere a corrispondere quanto dovuto in un certo termine.
Se il datore di lavoro non provvede allora l'avvocato procederà a depositare un ricorso innanzi al Tribunale competente che è quello del luogo in cui è sorto il rapporto di lavoro oppure dove l'azienda ha una sede o una dipendenza.
Per i dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni è competente il Tribunale del luogo dove ha sede l'ufficio al quale il dipendente è addetto.
Per quanto riguarda i costi delle cause di lavoro la normativa prevede che per i lavoratori che sono titolari di un reddito imponibile ai fini IRPEF non superiore a € 34.107,72 la causa è esente da spese . Per gli altri l'importo del c.d. contributo unificato per incardinare il giudizio dipende dal valore della causa.
La normativa vigente prevede per le controversie di lavoro tempi più brevi rispetto alla cause ordinarie. Nel caso in cui vi siano somme non contestate dal datore di lavoro, il lavoratore può ottenere dal giudice l'emissione di un provvedimento di condanna anche prima della fine del processo.
La sentenza che accoglie la domanda del lavoratore è provvisoriamente esecutiva nel senso che i suoi effetti non sono sospesi da un'eventuale impugnazione della stessa in appello proposta dal datore di lavoro soccombente.
Causa al datore di lavoro per infortunio
Purtroppo sul luogo di lavoro avvengono sempre più frequentemente , soprattutto per alcune tipologie di attività , infortuni che coinvolgono il lavoratore. A riguardo è bene precisare che la normativa vigente prevede che il titolare dell’azienda è il responsabile della sicurezza ed è tenuto a garantire gli standard di legge a dipendenti e collaboratori. Pertanto, quando accade un infortunio il datore di lavoro ha la responsabilità civile, amministrativa e, se il caso, anche penale. Quando avviene un infortunio sul posto di lavoro il lavoratore deve immediatamente informare dell'accaduto il responsabile della sicurezza dell'azienda. Dopodiché deve rivolgersi al medico aziendale oppure a quello del pronto soccorso o al suo medico curante affinché venga stabilita una diagnosi esatta e poi proseguire nelle cure prescritte conservando tutta la documentazione medico-legale che poi presenterà ai sanitari dell'INAIL per l'eventuale successiva liquidazione dell'indennità prevista dalla legge. Per eventuali inadempienze ed omissioni il datore di lavoro ne risponde sia in sede civile che in sede penale. A questo proposito la legge prevede che spetta al datore di lavoro l’onere di provare l’adozione delle misure di sicurezza nell’esercizio dell’attività di impresa per la tutela dell’integrità psico-fisica dei dipendenti e collaboratori, come stabilito anche dalla Corte di Cassazione.
Il PUNTO LEGALE mediante i suoi avvocati, esperti in materia, offre la consulenza e l'assistenza giudiziale più adeguata per affrontare le suddette vertenze.